CHIRURGIA DELLO STRABISMO
La Chirurgia dello Strabismo
L’intervento chirurgico per strabismo deve rappresentare sempre uno degli ultimi passaggi della terapia riabilitativa funzionale del paziente con deviazioni oculari.
Per anni si è discusso sulla necessità di intervenire precocemente per ottenere un qualche recupero della visione binoculare, ma studi multicentrici eseguiti coinvolgendo un gran numero di istituzioni scientifiche europee hanno confermato la necessità di ottenere prima un buon recupero della acutezza visiva ed una alternanza spontanea dello strabismo, per ottenere dei risultati funzionali corretti e soddisfacenti post chirurgici, dal momento che non è stato possibile dimostrare nessun vantaggio né visivo né di visione binoculare con l’intervento precoce rispetto alle tradizionali tappe chirurgiche ormai in uso da decenni.
È bene considerare che l’intervento per strabismo di solito non modifica in nessun modo l’acutezza visiva raggiunta dopo le terapie riabilitative ortottiche, ma può avere invece dei riflessi funzionali importanti su altre funzioni visive.
Spesso infatti il paziente operato riferisce di “vedere meglio”; tale affermazione trova una reale e dimostrabile giustificazione in un ampliamento del campo visivo del paziente operato ed in alcuni casi più fortunati, in un recupero di una visione binoculare rudimentale.
Possiamo perciò considerare l’intervento di strabismo come una CHIRURGIA FUNZIONALE CON DELLE IMPLICAZIONI ESTETICHE. È inevitabile infatti considerare anche un aspetto estetico nella chirurgia dello strabismo, ma dobbiamo considerare che l’aspetto funzionale di tale chirurgia è dimostrato dal rischio diplopia post operatoria (cioè di vedere doppio dopo l’intervento)
Tale situazione si presenta generalmente molto raramente nei soggetti ben trattati prima della chirurgia che hanno raggiunto una isoacuità visiva nei due occhi ed una buona alternanza. In generale possiamo dire che i soggetti “alternanti spontaneamente” hanno un rischio di diplopia post operatoria ridotto ai minimi termini e che se tale situazione si dovesse presentare generalmente scompare spontaneamente nel giro di pochi giorni. Diverso è il caso dell’adulto dove invece il chirurgo deve valutare bene pre-operatoriamente tale rischio ed attenersi a programmi chirurgici che riducano ai minimi termini il rischio diplopia: è meglio ottenere un riallineamento degli occhi non perfetto piuttosto che determinare una diplopia!
Qualsiasi sia il tipo di intervento per strabismo il paziente dovrà farsi seguire nel tempo dal proprio oculista in quanto la situazione risulta solo apparentemente risolta. Infatti in tali soggetti andrà sempre rivalutata la rifrazione, che a volte si modifica post-operatoriamente, per non vanificare il recupero visivo raggiunto nell’occhio ambliope e per monitorare nel tempo la posizione degli occhi. In alcuni casi infatti, seppur rari, a distanza di tempo si può verificare la comparsa di un nuovo angolo di strabismo seppur minimo che può essere corretto e gestito con opportune terapie ortottiche. Solo un preciso ed accurato monitoraggio anche a distanza di anni consente al paziente di garantirsi una stabilizzazione del risultato chirurgico raggiunto.